Centro di Documentazione
«Arturo Benedetti Michelangeli»

- Associazione Culturale -

Rassegna stampa

home

attività del Centro

pubblicazioni

galleria fotografica

memorabilia

come associarsi

biografia di ABM

tournée di Cord Garben in Italia (2005-07) // tournée di Alberto Neuman in Italia (2008)

contatti



ARTITALIA. La rubrica dell’arte italiana a Londra
(Giugno 2006)

OMAGGIO AD ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI:
SPLENDIDO EVENTO DELL’ICI PER RICORDARE IL MAESTRO

Di Annalisa Coppolaro

    L’Istituto Italiano di cultura era gremito, Giovedì 26 maggio, per il concerto di Isacco Rinaldi e per la presentazione del documentario RAI prodotto negli anni ’50 e dedicato al grande Maestro Arturo Benedetti Michelangeli, probabilmente il più celebre e controverso pianista del XX secolo.
Nel decimo anniversario della scomparsa, l’ICI ha deciso di offrire un ritratto completo ed accurato del maestro, celebrandone la straordinaria grandezza, la forte personalità, e tutte quelle doti che lo hanno reso famoso consegnandolo alla storia della musica mondiale. Proprio a Londra sono avvenuti I più memorabili concerti dell’artista, quindi l’occasione era perfetta per dedicare a questa figura del ‘900 un evento di rilievo, scegliendo tra l’altro un celebre ex allievo di Benedetti Michelangeli, Isacco Rinaldi, per il concerto tenutosi nelle sale dell’Ici con grande successo di pubblico. Lo stesso maestro Rinaldi appare peraltro nel documentario proiettato alle 18, un filmato RAI del 1959, della serie ideata e presentata da Maner Lualdi, “Hanno stupito il mondo”, che svela certo aspetti poco noti del Maestro Michelangeli. Ritenuto un personaggio impenetrabile, appare invece in questo documentario come una persona affascinante ed amatissima dai suoi allievi di Arezzo; il filmato è stato un po’ un evento nell’evento, possibile solo grazie al Centro di Documentazione intitolato al Maestro, che ha fornito il documentario, rara testimonianza storica sul grande musicista.
La sua carriera è fatta di trionfi, che iniziano con il diploma di piano alla giovanissima età di 14 anni e con la vincita di innumerevoli concorsi internazionali e continuano con una trionfale carriera di concertista.
Benedetti Michelangeli era schivo, enigmatico, refrattario ad apparire sulla stampa o in TV, e infatti si vede nel documentario verso la fine, accettando di eseguire, al solito magistralmente, qualche brano per le telecamere. Ma le interviste di Lualdi sono condotte con intelligenza ed humour, e, attraverso le voci degli studenti del maestro e degli aretini che lo consocevano, Lualdi riesce ad offrire uno spaccato di vita del musicista,d el suo tempo e del suo mondo.
Il rapporto con l’Italia di Arturo Benedetti Michelangeli tra l’altro è stato abbastanza turbolento. Dopo alcune disavventure fiscali legate al crollo dell’etichetta discografica BDM, Benedetti Michelangeli dichiarerà di non voler piu’ suonare in Italia, e infatti dalla fine degli anni ’60 il maestro inciderà dischi con etichette tedesche e con la EMI. Tornerà in Italia solo per uno straordinario concerto in onore di Papa Montini nel 1977. Tra il ’92 e il 93, ottantenne, effettua una tournee in Giappone e poi appare per l’ultima volta il 7 maggio ad Amburgo, interpetrando musiche dell’amato Debussy.
E proprio Debussy è uno dei musicisti scelti per il programma del concerto che l’ICI ha dedicato a Benedetti Michelangeli: il maestro Rinaldi ha eseguito splendidi brani di Mozart, Chopin, Ravel, ed estratti dalla Suite Bergamasque di Debussy, che il Maestro bresciano amava particolarmente.
L’evento è stato seguito da un ottimo numero di persone e si è concluso con uno dei noti, apprezzati drink offerti dall’ICI. Decisamente di classe anche la pubblicazione prodotta dall’Istituto Italiano di Cultura per commemorare l’evento: la veste grafica, i testi di Stefano Biosa e Marco Bizzarini, il testo a fronte tradotto in inglese da Lore Seuss e tutto il bel libro offerto agli ospiti gratuitamente è senz’altro uno dei successi della serata per il grande Maestro.

ANNALISA COPPOLARO


VERONA MANAGER
Gennaio-febbraio 2006

ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI
COMMEMORATO DAGLI AMICI DELLA MUSICA

L'Associazione Amici della Musica di Verona ha celebrato, in Sala Maffeiana, la serata in omaggio ad Arturo Benedetti Michelangeli, nel decennale della sua scomparsa, con vivo interesse del pubblico. Il “Centro di Documentazione Arturo Benedetti Michelangeli” di Brescia, organizzatore della conferenza-concerto e diretto da Stefano Biosa e Marco Bizzarini, è nato con l’intento di raccogliere fondi e testimonianze autentiche e di prima mano sul Maestro e di farle conoscere anche attraverso la pubblicazione e diffusione di libri, studi e saggi. Il volume presentato “Arturo Benedetti Michelangeli - In bilico con un genio”, scritto dal maestro Cord Garben ed edito in Germania nel 2002, è uscito in Giappone e in Italia durante lo scorso anno. Cord Garben, autore del volume e relatore principale della serata, svolge poliedriche e prestigiose attività musicali come pianista, direttore d’orchestra, produttore discografico e scrittore; inoltre, è particolarmente apprezzato quale accompagnatore dei più famosi cantanti di Lieder; insignito di importanti premi inter- nazionali, tra i quali, come produttore discografico, ben sette Grammy Awards statunitensi. In quest’ultima sua veste ha collaborato per diciassette anni, dal 1975 al 1992, con Arturo Benedetti Michelangeli, per le memorabili incisioni da questi registrate presso la casa Deutsche Grammophon.
L’alto valore pedagogico della serata si è concretizzato quando Cord Garben, per meglio illustrare le insuperabili capacità artistiche del Maestro, si è avvalso anche di numerosi interventi pianistici, presentando illuminanti esempi e significativi confronti con le esecuzioni dei più famosi interpreti di ogni tempo. Il relatore è riuscito a sottolineare la perfetta padronanza della tecnica, il rigoroso controllo del suono e, soprattutto, le assolute qualità interpretative di Arturo Benedetti Michelangeli: la sua quasi maniacale cura per la meccanica dello strumento, il meticoloso approfondimento dei testi musicali, il suo ideale di perfezione, ad esempio mettendo in evidenza, di ogni brano, le singole note ed attribuendo ad ognuna di esse un proprio peso ed una specifica identità, senza, peraltro, mai dimenticare l’equilibrio generale dell’insieme della composizione. E poi l’uso del “rubato”, il leggero anticipo della mano sinistra su quella destra, il misurato impiego del pedale, così da ricavarne una componente basilare dell’interpretazione complessiva, anziché, come di solito si verifica, ottenerne un semplice sostegno di determinate sonorità. Al Maestro da sempre sono state riconosciute le sue alte capacità interpretative, ben diverse da quelle esecutive rilevabili nella maggioranza degli altri pianisti. L’arte di Arturo Benedetti Michelangeli è stata rappresentata come un continuo e coerente indirizzo verso un’ideale di perfezione, acquisito gradualmente e non senza difficoltà “nella solitudine di una persona- lità all’apparenza schiva e riservata, la quale nulla concedeva al gusto della mondanità e del divismo”. Il momento più emozionante della serata è stato quello della presentazione di un inedito filmato, nel quale il Maestro esegue gli ultimi sei Preludi di Debussy: dalle immagini proposte sembra quasi che quel suono straordinario che ci avvolge sia frutto non dell’azione meccanica dello strumento, ma che i martelletti siano rappresentati dalle stesse mani di acciaio e di oro di Arturo Benedetti Michelangeli, e dal suo animo.


LA REPUBBLICA
(03/02/2004)

VIZI E VIRTU' DI UN GENIO

Questa interessante monografia dedicata a Arturo Benedetti Michelangeli è firmata da Lidia Kozubek, pianista e musicologa polacca, allieva dello stesso Michelangeli. Introdotta da un saggio del critico musicale Marco Bizzarini, è arricchita da una informatissima discografia a cura di Stefano Biosa. Il volume, corredato da suggestive foto, introduce il lettore nel "pianeta" del geniale pianista, uno dei più ammirati del ventesimo secolo, magistrale interprete di Mozart, Chopin, Beethoven, Brahms, Schumann. E lo fa attraverso il commosso ricordo della Kozubek, la quale ricostruisce le tappe di un incontro folgorante, ma soprattutto mette a fuoco le doti del musicista, il suo inconfondibile stile. «Il mio primo incontro con l'arte di questo grande musicista avvenne parecchi anni or sono», si legge ad apertura del libro: ed è proprio dell'arte di Michelangeli che l'autrice dà pienamente la misura, illustrandone la concezione artistica, la sua attività concertistica e pedagogica, senza trascurare però l'uomo, le sue qualità, le idiosincrasie, i suoi malumori.

SALVATORE FERLITA


CLASSIC VOICE
Dicembre 2003

Ricorda opportunamente Marco Bizzarrini nella prefazione - riportando una frase di Alberto Savimo che i più celebri interpreti di opere musicali condividono lo stesso destino dei ciclisti e dei pugili: quello di essere acclamati in vita e progressivamente dimenticati post mortem. Un paradosso che Bizzarrini sottolinea con l'esempio delle poche righe dedicate dall'autorevole New Grove Dictionary of Music and Musicians ad "una cantante leggendaria come Maria Callas". Poche se confrontate alle tante date a "molti compositori di notorietà e risonanza storica incomparabilmente minori". In questo senso Arturo Benedetti Michelangeli pubblicato da L'Epos colma la lacuna soffermandosi sugli aspetti che hanno contribuito a fare di Michelangeli una figura unica, dalla metodologia didattica al modo di accostarsi alla pagina musicale. "Le ragioni che hanno indotto alla traduzione di questo testo", spiega Bizzarrini, "sono molteplici. In primo luogo, quello di Lidia Kozubek e l'unico libro pubblicato su Arturo Benedetti Michelangeli quando il Maestro era in vita. La prima edizione, infatti, uscì in lingua giapponese nel 1992 come numero monografico della rivista Musica Nova di Tokyo. Una seconda edizione riveduta ed ampliata (quella su cui si basa la presente traduzione), apparve nel 1999 in lingua polacca, presso l'editrice Unia di Katowice.
Il testo ha poi il pregio di offrire al lettore un'informazione sintetica con il frequente e documentato ricorso a interviste, articoli e recensioni di giornali e riviste di diversi paesi, a partire dagli anni 50 - sulla biografia e sull'attività concertistica del grande pianista. Ma soprattutto racchiude testimonianze dirette sulla personalità e sui metodi d'insegnamento del Maestro. Il volume di Lidia Kozubek rappresenta dunque una fonte storica d'importanza primaria per gli studiosi di Michelangeli".


SUONARE NEWS
Dicembre 2003

UN ASCETA DELLA TASTIERA

Com'era Arturo Benedetti Michelangeli visto da vicino? Lidia Kozubek, concertista e musicologa polacca che studiò con il maestro ai corsi di perfezionamento di Arezzo, lo descrive come un uomo dalla natura profonda e religiosa, un artista estraneo a qualunque forma di mercantilismo, un asceta della tastiera capace di studiare senza pause di giorno e di notte. Insomma, un po' di agiografia c'è in questo ricordo, che è anche l'unica biografia del pianista bresciano pubblicata in vita, ora disponibile in traduzione italiana. Il testo si fa avvincente quando l'autrice riporta, con accurati esempi musicali, gli appunti delle lezioni di Benedetti Michelangeli. Ci sono indicazioni sulla tecnica, suggerimenti sul repertorio e anche precise indicazioni su come eseguire alcuni spartiti, da Beethoven a Chopin. Interessanti anche le riflessioni introduttive di Marco Bizzarrini che restituiscono meglio la complessità di quella che rimane una figura artistica leggendaria. Il volume è arricchito di immagini fotografie e riporta discografia e videografìa complete a cura di Stefano Biosa.

ALICE BERTOLINI


BRESCIAOGGI
27/08/2003

MICHELANGELI NEL RICORDO DELL'ALLIEVA

Non è una nuova - sarebbe l'ennesima - biografia di Arturo Benedetti Michelangeli il volume presentato ieri pomeriggio al Punto Einaudi di Brescia. Ma è sicuramente, questa di Michelangeli di Lidia Kozubek edito dalla casa editrice Epos, qualcosa di più ampio e più completo del libro che uscì nel 1992 molto lontano dal mondo musicale occidentale, addirittura in Giappone. Un libro destinato a riavvicinarsi per tappe all'Europa e che ora giunge a noi, nella patria del grande pianista con questa sua prima traduzione italiana. Anzitutto ricordiamo chi è Lidia Kozubek, l'autrice del ricordo di Arturo Benedetti Michelangeli: ieri pomeriggio non c'era alla presentazione del volume, ma sarà sicuramente presente a Varsavia, quando il libro verrà presentato all'Istituto Italiano di Cultura. Si tratta di una pianista polacca, nata a Poznam nel 1927, che dopo i suoi primi successi concertistici volle frequentare nei primi anni Sessanta quei famosi corsi di perfezionamento che Arturo Benedetti Michelangeli teneva ad Arezzo. Il ricordo del maestro da parte dell'allieva è sobrio, asciutto, molto preciso. Un'esperienza da allieva come questa avrebbe senza dubbio potuto caricare di sentimentalismi e di immagini sdolcinate il libro, ma non è così: vi si parla della severissima scuola di Arturo Benedetti Michelangeli, degli ascetismi e della cura quasi maniacale dei dettagli di un'interpretazione pianistica, ma senza coltivare minimamente quel "divismo" - proprio così - che avrebbe poi caratterizzato tanti saggi giornalistici e tanti testi su Arturo Benedetti Michelangeli. Questo volume della Epos è, come dicevamo all'inizio, molto di più di un semplice ricordo autobiografico, perché al testo di Lidia Kozubek si aggiungono contributi davvero importanti, a partire da un'introduzione molto ampia dello studioso bresciano Marco Bizzarini che riassume in dense pagine le caratteristiche di un uomo, di un artista che ha profondamente condizionato il mondo del pianoforte in tutto il Novecento. In più, il volume riporta un'amplissima discografia, la più completa oggi esistente, su Arturo Benedetti Michelangeli, firmata da Stefano Biosa, un giovane milanese noto soprattutto per le sue documentazioni nel campo del jazz ma che evidentemente ha un occhio (e un orecchio) di estremo riguardo nei confronti del grande pianista bresciano. E non è certo un caso che Marco Bizzarini e Stefano Biosa - come ha testimoniato ieri pomeriggio Marco Vitale ricordando alcuni aspetti "bresciani" del maestro - stiano da alcuni anni lavorando alla raccolta sistematica del materiale su Arturo Benedetti Michelangeli. Che non fu, come ha detto ieri Marco Vitale, un «bresciano per caso», ma contribuì invece con tenacia e dedizione alla vita musicale della nostra città soprattutto negli anni dal 1940 al 1947, lui poco più che ventenne interlocutore di eminenti personaggi bresciani maturi, esperti, provati dalla vita ma che avevano per questo giovane pianista un rispetto reverenziale, così significativo dell'impatto che la sua arte pianistica aveva nei suoi "magici" concerti.

LUIGI FERTONANI


Per ulteriori informazioni sulla rassegna stampa, si prega di scrivere a uno dei seguenti indirizzi e-mail:
cdabm@libero.it
centromichelangeli@yahoo.it
.

Deutscher Text

English version

 

Copyright: Centro di Documentazione «Arturo Benedetti Michelangeli».
(Revised: April, 2009)